Galiano Del Capo, la sua forza: La Natura

Il toponimo di Gagliano è di derivazione latina, infatti secondo la tradizione, sembra che questa terra fosse appartenuta ad un soldato romano di nome Gallo. Anche queste terre, come tanti altri casali di Terra d'Otranto, è stata protagonista di varie vicende feudali e sottomessa alla dominazione degli Angioini e degli Aragonesi. Nel corso dei secoli il paese ha subito i continui attacchi dei pirati saraceni che solo dopo la battaglia di Lepanto limitarono le loro incursioni. Eppure nel 1124 ancora i pirati attaccarono e depredarono il santuario di Leuca e sorpresero i cittadini gaglianesi, intenti al lavoro dei campi. Oggi al paese appartengono anche due frazioni: Arigliano e San Dana.

Gagliano sorge nella terra di Leuca a 147m sul livello del mare e si adagia nell'avvallamento delimitato dalle alture denominate "Monti Tumasi" e "Ponticelli". Dal centro urbano e da Novaglie, la vicina marina, nelle limpide giornate di tramontana, si possono scoprire le coste dell'Albania e dell'isola di Corfù. Il Salento, e la Terra di Leuca in particolare, protesa nel mar Adriatico e nello Ionio offre suggestivi paesaggi in un alternarsi di falesie, calette e bianche spiagge sabbiose.

Da Gagliano, un tempo cinta di mura entro le quali si rifugiava la popolazione costiera per sfuggire agli attacchi di pirati e corsari, si giunge, percorrendo Km 3 alla marina di Novaglie dove sorge la caratteristica Torre risalente al secolo XVI e, più oltre, le grotte Cipelline. Nelle grotte, un tempo abitato dall'uomo primitivo, è stato rinvenuto un deposito pleistocenico del paleolitico superiore, graffiti e infiniti gusci di conchiglie. Lungo la litoranea, con viaggio in barca, si possono godere stupendi paesaggi di grotte naturali, simili a merletti prodotti da mani esperte: la grotta del Pozzo, le grotte del Duomo e delle Mannute e la Neolitica grotta del Ciolo che si sviluppa per oltre 120m.



Il Mio Paese (di D. Melcarne)

Paese mio, tu sonnecchi tranquillo cullato dal mare e dal canto d'un grillo, guardi sereno il tempo che scorre che muta il tuo volto e poi corre.

Pensi, allora, al tuo eroico passato e con nostalgia a quel giovane soldato, che d'animo gentile, forte e bellicoso difese le tue genti dal nemico furioso.

Perciò,da Gallo Centurione romano da quelle antiche genti sei nato tu Gagliano. Da tutti e da sempre sei amato, e per tutte le tue bellezze ricordato:

I tuoi campi son tempestati di rocce nutriti da solo poche gocce, che il cielo avaro di tanto in tanto versa in un dolce piccolo pianto.

A scuoter questo paesaggio paesano arriva puntuale il vento africano. Come sono belli i tuoi ulivi maestosi, che i contadini salutan festosi, cantano in coro un vecchio stornello ricordo d'un tempo più gaio, più bello.